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Allo studio i suoni della natura e dell’uomo nei paesaggi alpini

Al via il progetto WildSOUND che unisce tecnologia acustica e comportamento degli ungulati

Data: Venerdì, 19 Settembre 2025

COMUNICATO STAMPA 

Sensori acustici e fototrappole andranno a monitorare il paesaggio sonoro di alcune aree boschive del Trentino e della Lombardia per capire come le attività umane lo stanno trasformando. E’ l’obiettivo del progetto WildSOUND, coordinato dalla Fondazione Edmund Mach e finanziato dall’Unione Europea nell’ambito delle azioni Marie Skłodowska-Curie, che punta a studiare l’impatto del rumore antropico sulla fauna selvatica alpina, in particolare su cervi, caprioli e camosci.
Il progetto rientra nell’ambito delle attività dell’Unità Ecologia animale del Centro Ricerca e Innovazione e va a integrare lo studio degli ungulati alpini che da diversi anni studia la risposta di questi animali a fattori ecologici ed ambientali, incluso il disturbo umano.
I dati saranno raccolti su vasta scala in Val di Non, Val di Peio, Valle del Tonale e Valfurva, con il supporto del Parco Nazionale dello Stelvio (settore trentino e lombardo). Queste zone differiscono tra loro per il livello di esposizione al disturbo umano. I dati raccolti verranno utilizzati per ottenere livelli di rumore e una rappresentazione del paesaggio sonoro di queste zone. Questi valori verranno poi confrontati con informazioni sulla presenza umana, come la vicinanza a centri abitati, strade e l’intensità di attività all’aperto.
L’obiettivo è comprendere come i paesaggi sonori – e la loro progressiva trasformazione dovuta a traffico, attività turistiche e urbanizzazione – condizionino la presenza e il comportamento della fauna selvatica, ma anche il benessere umano.
I suoni emessi dalle attività umane, infatti, divengono “rumore” quando causano un disturbo nell’ecosistema, provocando una risposta da parte degli animali, ad esempio modificando le aree usualmente frequentate o cambiando il proprio comportamento o addirittura presentando cambiamenti fisiologici (l’aumento dei loro spostamenti si può legare ad un maggiore dispendio energetico o ad un aumento dei livelli di stress). Risposte simili possono essere osservate anche nell’uomo: la ricerca di riposo in aree naturali è anche legata alla necessità di ‘silenzio’ o ‘paesaggio sonoro naturale’ (canto degli uccelli, vento, pioggia).
“Ogni ecosistema ha una sua identità acustica – spiegano Virginia Iorio, coordinatrice del progetto, e Francesca Cagnacci, responsabile dell’Unità Ecologia Animale – e gli animali ne fanno pieno uso per orientarsi, comunicare, ed evitare i predatori. Modificare questo equilibrio può avere effetti invisibili, ma profondi, anche sul nostro benessere. Con questo progetto vogliamo portare alla luce questi cambiamenti, e farlo con l’aiuto della tecnologia e della scienza”.
(sc)
Link al sito del progetto
https://wildsound-ita.netlify.app 

Immagine: WildSOUND_image1 lr

 

Immagine: WildSOUND_image3 lr
Immagine: WildSOUND_image2 lr
Immagine: capriolo

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Creative Commons CC0 1.0 Universal - Public Domain Dedication (CC0 1.0)

Ultimo aggiornamento:Venerdì, 19 Settembre 2025

Tipologia di contenuto

Comunicato stampa